Uno dei punti forti della progettazione italiana è la creatività.
Ma possiamo dire che lo stesso vale per la gestione dei processi, l’ottimizzazione delle risorse, il controllo dei costi e il rispetto dei tempi che interessano un progetto?
E per quale motivo ci sono delle carenze nell'organizzazione di un progetto?
In Italia di frequente vediamo che la figura del Project Manager è demandata al progettista o al direttore dei lavori, ma ciò crea dei conflitti di interesse se la medesima persona ricopre ruoli così strategici.
Per questo motivo spesso accade che il Project Manager sia di tipo accidentale – quando ha grandi capacità tecniche ma poche manageriali, e mette in atto un approccio casuale al progetto, ottenendo solitamente risultati mediocri e con fatica -, mentre invece dovrebbe essere di tipo professionale – quando è specializzato nell'unire capacità manageriali e tecniche, gestendo il progetto in ogni sua fase e coordinando il team.
Quindi le caratteristiche fondamentali sono management e leadership, e combinate tra loro in modo equilibrato costituiscono una vera e propria disciplina.
Ma allora cosa manca nelle aziende ed imprese italiane?
Ciò che manca è una figura che ricopra solo il ruolo del Project Manager, che insieme alla committenza e alla direzione generale deve avere una posizione centrale all'interno del Project Management.
E nonostante oggi in Italia al figura del Project Manager - come anche le sue declinazioni - ha preso piede in molte aziende, c’è ancora un gap da colmare. Questo accade perché tendenzialmente i committenti preferiscono in house il processo, senza rivolgersi ad una figura che possiede le competenze necessarie.
Quali competenze deve avere un buon Project Manager?
Un buon Project Manager deve avere alle spalle una preparazione in campo tecnico, finanziario, di marketing ed organizzativo, in modo da poter:
- Scegliere e pianificare le strategie e le attività necessarie allo svolgimento del progetto
- Individuare ed organizzare le risorse necessarie
- Formulare il budget
- Organizzare il flusso di informazioni in modo che tutto il team sia sempre aggiornato sugli eventi che riguardano lo svolgimento del lavoro
- Monitorare l’avanzamento dei lavori, controllando che rientrino nei vincoli stabiliti
- Intervenire in modo da correggere eventuali scostamenti rispetto al programma
- Risolvere eventuali conflitti tra committente, fornitori, etc.
Fabio Viero, partner e direttore tecnico della società di ingegneria Manens-Tifs, afferma che «alla formazione, bisogna aggiungere la gavetta sul tema della progettazione e in cantiere, necessaria per affrontare operazioni complesse».
Quindi a chi ci si deve affidare?
Per capire su chi bisogna fare affidamento è necessario fare un’ulteriore distinzione tra tre tipologie di Project Manager:
- i primi sono detti i primi sono detti “forti”, dei veri imprenditori che ottengono dei lavori a tempo determinato e, se hanno successo, possono ambire ad un carriera sempre più prestigiosa
- i secondi, detti “deboli”, sono interni all'azienda o all'impresa hanno una funzione di coordinamento e di acceleratore delle informazioni per superare gli ostacoli di un progetto
- i terzi sono figure intermedie, che hanno molta autonomia nonostante siano sotto il controllo della direzione aziendale, la quale mette al primo posto le priorità dell’impresa